Tra Pavia e Milano, esattamente a 8 km a nord di Pavia, si trova la Certosa di Pavia (situata nell'omonimo paese) che ha più di 600 anni di storia, ed è sia un monastero cistercense che Santuario della Beata Vergine Maria Madre delle Grazie.
La costruzione della Certosa di Pavia avvenne per volontà di
Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano, il motivo risale ad un voto fatto alla
Madonna da sua moglie Caterina, ella dopo aver perso alla nascita una prima
figlia nel giugno 1385, perse un'altro figlio l'8 gennaio 1390, avendo paura di
morire lei stessa durante il parto promise alla Madonna di costruire una
Certosa se fosse sopravissuta, Caterina rimase in vita e il 27 agosto 1396 fu
messa in posa la prima pietra per la costruzione della Certosa di Pavia, per
vedere l'opera completata bisognerà però aspettare più di un secolo ovvero
l'anno 1507.
Per la costruzione del monastero si sono avvicendati i
migliori architetti, scultori e pittori dell'epoca, come il progettista del
Duomo di Milano Bernardo da Venezia, Giovanni Solari, il Mantegazza, il
Bergognone, la realizzazione della Certosa assomma in se più stili dal tardo - gotico
italiano al rinascimentale.
Nel corso dei secoli a soggiornare nella Certosa di Pavia si
sono alternati diverse comunità di religiosi: certosini, cistercensi,
benedettini, carmelitani.
Dal 1968 il monastero è gestito dai monaci cistercensi.
Si stimano in circa 300.000 le persone che ogni anno
visitano la Certosa.
Il 7 luglio 1866 la Certosa di Pavia fu dichiarata monumento
nazionale italiano diventando di proprietà del Regno d'Italia e successivamente
dello stato italiano, pertanto tutti i beni artistici ed ecclesiastici del
monastero sono posti sotto vincolo demaniale.
Curiosità cinematografica: le scene iniziali del film
"E' arrivato mio fratello" sono state girate alla Certosa di Pavia,
dove Renato Pozzetto interpreta il professor Ovidio Ceciotti, insegnante delle
scuole elementari impegnato in una gita scolastica presso il luogo religioso
pavese, gli scolari si prendono gioco del Ceciotti a cui faranno perdere il
treno del ritorno per Milano.
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